
Quest’anno, per la prima volta, In-ruins approda in Puglia. Dopo le edizioni in Calabria e Basilicata, il progetto non si concentra su un sito archeologico delimitato, ma su un’intera città: Canosa di Puglia. Qui l’archeologia è diffusa nel tessuto urbano, frammentaria, spesso sotterranea. Una geografia sommersa che trasforma la città in una costellazione di luoghi sepolti, mettendo in crisi l’idea stessa di “sito”.
Ci spostiamo anche, per la prima volta, dal versante ionico verso il litorale adriatico: fuori dai confini della Magna Grecia tradizionalmente intesa. La possibilità di immergersi in questo paesaggio complesso è resa possibile grazie alla collaborazione strategica con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Foggia e BAT, l’ospitalità del Comune di Canosa e il patrocinio di Fondazione Archeologica Canosina: una sinergia che apre a spazi raramente accessibili, consentendo di trasformare la residenza in una vera indagine sul campo - anche grazie al coinvolgimento e collaborazione scientifica della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici interateneo Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” - Università di Foggia.
La residenza 2025 è organizzata in collaborazione con la Fondazione Elpis e in partnership con AHA Network, University College London (UCL), Arts Council England, sotto il coordinamento di Nastassja Simensky.
La residenza ha ricevuto il patrocinio di Fondazione Italia Patria della Bellezza.
Media partner: Salgemma
Design: Studio Co-Co
Il territorio su cui sorge Canosa di Puglia era in tempi lontani un fondale marino. In un esercizio di apnea millenaria può immaginarsi quel ch’era sommerso, oggi trasformato in volta di catacombe e ipogei; materia di muri, tetti e pavimenti. A Canosa questo passaggio non è allegoria, ma condizione materiale: ciò che era fondale è oggi copertura rocciosa, ciò che era ipogeo è divenuto fondamenta di palazzi, e ciò che era invisibile continua ad affiorare tra cortili, strade e muri domestici.
Rasotèrra racconta della soglia in cui il tempo si schiaccia e l’eternità si contrae in un istante: l’attimo in cui si discende e si risale, in un continuo addivenire di colline, persone e rovine. La superficie di Canosa è un piano instabile e inclinato, che dalle terrazze dei palazzi scende fino alle oscurità di cave e catacombe, dove il ronzio di insetti e zanzare sembra custodire echi di antichi riti e preghiere.
In questa urbanità dissonante, incastrata tra cave e cantieri, si sono mossi per oltre un mese gli artisti in residenza, trasformando i loro sguardi in strumenti di scavo. Così la banda cittadina suonerà per la prima volta nella Domus di Montescupolo; una giovane cantante, come una prefica, intonerà canti neomelodici nella piazza del paese; il Cinema Strippoli tornerà a vivere per una sera; la Necropoli di Pietra Caduta diventerà percorso di sperimentazioni sonore; mentre sculture mistiche riporteranno vita nei celebri Ipogei Lagrasta.
Durante la nostra permanenza, abbiamo attraversato Canosa come chi pedala sfiorando il terreno, incidendo impronte sottili nel suo paesaggio. La restituzione alla cittadinanza prova a raccontare di questi segni lasciati rasoterra, poco più di cento metri sopra il livello del mare.
Residenti 2025
Il programma di residenza 2025 è diretto da Nicola Guastamacchia con la curatela di Nicola Nitido.
Giuria
Vincenzo Estremo
Art Writer and PhD Course Leader, NABA, Milan
Chiara Marino
Director, Richard Saltoun Gallery, Rome
Ibrahim Neheme
Director, Beirut Arts Center
Sofia Schubert
Curator, Responsible for Exhibitions and Residencies, Fondazione Elpis, Milan
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