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Sibarys

In-ruins 2023 \
Parco Archeologico di Sibari

Quest’anno il progetto si svolgerà per la prima volta in provincia di Cosenza, con l’obiettivo di entrare in dialogo con la storia del Parco Archeologico di Sibari. Quest’area del territorio calabrese, conosciuta topograficamente come Sibaritide, ha visto la nascita, l’espansione e il declino della grande polis di Sybaris. Dopo la distruzione della città greca, sorsero il centro classico di Thurii e, successivamente, la città romana di Copia, parzialmente sovrapposte alle sue rovine.  Questa straordinaria stratificazione rende Sibari uno dei siti più estesi e significativi del Mediterraneo fino all’età romana. Il Parco comprende il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide, l’Area Archeologica del Parco del Cavallo e il Museo Archeologico Nazionale di Amendolara.

Residenti

Il programma di residenza 2023 è diretto da Nicola Guastamacchia e Maria Luigia Gioffrè, con il supporto  curatoriale di Nicola Nitido e Roberta Garieri.

Giuria

Bruno Barsanti

Direttore, Fondazione Elpis

Alessandra Franetovich

Curatrice e Storica dell'Arte

Ellen Pavey & Nastassja Simensky

AHA Network, UCL 

Gianmarco Porru

Artista e residente 2022

Matilde Sambo

Irabis

Elpis Marzo 2024_© Fabrizio Vatieri_DSC03494 copy.jpg

L’artista è rimasta affascinata nello scoprire che la distruzione dell’antica città fu causata dalla deviazione del fiume Crati da parte di Crotone. Da allora, l’acqua è stata una presenza costante e un problema per il territorio e la sua conservazione – con forti analogie con la città in cui Sambo è nata, Venezia. Dopo aver visitato gli scavi di Sibari, l’artista si è resa conto che la città non c’è: non si vede. Turi e Copia sono state costruite sulle sue rovine. Questa consapevolezza ha trasformato la forma di Sibari in un sogno, in una città di possibilità e forme infinite.

Irabis è dunque una città speculare: riflessione e possibilità. Tre vasche quadrate (che richiamano la forma della cavità che mostra i tre strati della città nel Parco) all’interno delle quali sono posizionati degli specchi. Sopra, tre città di argilla sono sommerse nell’acqua. Dove l’argilla non è cotta, le sculture si sciolgono, tornando a essere materia viva e potenziale.

Vista dell’installazione, 39° Nord 16°3’ Est, Fondazione Elpis, Foto di Fabrizio Vatieri, 2024.

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COMUNE DI

AMENDOLARA

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