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TALK SERIES 2022
IMPERMANENZE  |  IMPERMANENCES


The series is focused on artists and researchers looking at the relation of contemporary art and archaeology in the context of the Mediterranean landscape and its traditions.

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In-ruins inagurates the 2022 programme with "IMPERMANENCES", a cycle of monthly webinars taking place from January to April, aimed at reflecting on Mediterranean culture and its many conjugations within and beyond  contemporary art. The starting point and inspiration of the series  is the essay "La fine del mondo" by Ernesto De Martino, where the anthropologist recounts of the "Marcellinara Bell Tower" he encountered during one of his trips to Calabria, wondering what one becomes once contact with their roots is lost. Literally "in-between the lands", the Mediterranean is the location of transit and transformation par excellence.

 

We will ask: what does it mean to remain and act in a land of transit? What mechanisms trigger the relationship between permanence and transition? In today's geopolitical and cultural context, what function does a satellite areas like the Italian 'meridione' cover in relation to large urban centers?

In which ways does the archaeological and intangible heritage of rites, customs and ancient traditions intersect  museums and libraries of metropolitan cities? What does this land of passage that is the Mediterranean offer to the search for new forms of individual and collective memory and identity?

TALK 1: Wednesday, 26 January, 6 pm (CET)
 
MARE MAGNUM NOSTRUM
Siamo tutti sulla stessa acqua


Gea Casolaro
 

Gea Casolaro, Mare Magnum Nostrum, installazione, Museo Nazionale di Ravenna. Foto Frances

Mare Magnum Nostrum (2013-2021) di Gea Casolaro, è un’opera di arte partecipativa che nel settembre del 2021 è entrata a far parte della collezione permanente del Museo Nazionale di Ravenna grazie al sostegno dell’ottava edizione dell’Italian Council. L’opera si compone di un sito internet, che per un anno ha raccolto le foto del pubblico, e di un’installazione tridimensionale immersiva, una stanza di 5 metri per 7 appositamente costruita nel Museo Nazionale di Ravenna, sulle cui pareti e pavimento è dipinto a 360 gradi l’intero bacino del Mar Mediterraneo e su cui sono apposte un centinaio delle oltre 1.800 foto ricevute attraverso il sito internet. Questo grande archivio fotografico collettivo del Mediterraneo, mostra il nostro mare come spazio comune tra i Paesi che vi si affacciano con il suo intrecciarsi di vite e di storie.

Gea Casolaro, vive tra Roma e Parigi. Da oltre venticinque anni, il suo lavoro indaga, attraverso la fotografia, il video, l’istallazione e la scrittura, il nostro rapporto con le immagini, l’attualità, la società, la storia. La sua ricerca mira ad attivare un dialogo permanente tra le esperienze e le persone, per ampliare la capacità di analisi e di conoscenza della realtà attraverso i punti di vista altrui. Tra le esposizioni più recenti ricordiamo: Io dico Io – I say I alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, La poesia dell’impegno, focus dedicato al suo lavoro video dal Maxxi Museo delle Arti del XXI secolo di Roma e la personale Molto visibile, troppo invisibile, presso The Gallery Apart di Roma. Le sue opere sono in diverse collezioni pubbliche tra cui quelle del MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo; del CNA - Centre National de l’Audiovisuel du Luxembourg; del Mart - Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto; della Collezione della Fondazione Quadriennale di Roma.

TALK 2:  25 March 2022 6 PM (CET)

 

AU REVOIR: INTRECCIARE TEMPI E SPAZI

 

Ettore Favini in conversation with Roberta Garieri

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È nel 2015 che Ettore Favini ha aperto davanti a sé un universo reso visibile dagli interstizi della trama e dell’ordito. Nel suo divenire inconcluso, Au Revoir possiede una temporalità aperta che naviga attraverso le memorie tessili iscritte nell'area mediterranea. Dalla Sardegna a Genova, passando per Il Cairo, Chieri e, oltralpe, verso Nîmes; quattro città che hanno in comune dei tessuti, le cui origini attraversano il mondo da diversi secoli: "jeans" o "jeane" e "denim". La mostra Au Revoir, tenutasi presso il Carré d'Art, Musée d'art contemporain de Nîmes nel 2020, è stata la conclusione di un percorso spaziale e temporale che, nell’esplorare i flussi e i confini del Mediterraneo dall'antichità ai giorni nostri, porta con sé storie di vita, di lavoro e di conoscenza. Incentrata sulla metafora del mare e della vita dei tessuti, la poetica di Au Revoir invita a ripensare la storia del mondo, ovvero la nostra memoria collettiva.

Ettore Favini (Cremona, 1974). Vive nella dimensione dell’ascolto di storie e narrazioni minori per nutrire opere che raccontano la relazione tra le persone e il loro ambiente. Le sue opere, che tendono a essere specifiche al luogo dal quale originano, sono il risultato di un lungo processo di crescita che ne fa degli organismi vivi, mai conclusi: dispositivi di visione aperti in cui l’opera partecipa alla vita e il fruitore diventa parte attiva dell’opera. E' stato recentemente premiato dalla Pollock Krasner Foundation di New York e dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MiBACT - DGCC) nell’ambito del progetto Italian Council. Ha vinto numerosi premi per residenze a livello internazionale e le sue opere sono state esposte in collezioni pubbliche nazionali e internazionali, tra cui ricordiamo: Kunst Meran Arte, Merano; Carré d'Art Contemporaine di Nîmes (FR); Museo del Novecento, Milano; Museo MAN, Nuoro; Museo di Villa Croce, Genova; Autostrada Biennale, Prizren (K); OCAT, Shanghai (RC); SongEun Art Space, Seoul (ROK); Najing International Art Festival, Nanjing (RC); Italian Academy, New York (USA); Fondazione Sandretto, Torino; Villa Medici, Roma. E' docente di Arti visive presso la Naba di Milano e di Roma e presso l'Accademia G.Carrara di Bergamo.

Roberta Garieri è ricercatrice, scrittrice e curatrice. Attualmente è dottoranda in Storia e Critica dell'Arte all'Università di Rennes 2 (Francia). Orientata verso la decolonizzazione della storiografia occidentale escludente, la sua ricerca si basa su concetti come centro e periferia, spostamento culturale e identitario, nozioni che alimentano la costruzione di una storia dell'arte priva di gerarchie di potere. Ha pubblicato articoli e saggi in pubblicazioni accademiche ed extra-accademiche e ha partecipato a congressi nazionali e internazionali. Ha insegnato presso l'Università di Aix-Marseille (2019-2021) e tenuto seminari in altre università (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano - NABA, Rennes 2).

TALK 3: 14 April 2022 6PM (CET)
 
MURALISMO OCCULTO
Vittorio Parisi

 

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La street art italiana sembra affondare le sue radici in un paesaggio urbano caratterizzato dalla presenza di architetture interstiziali e “spettrali”: terreni incolti, luoghi infrastrutturali, edifici abbandonati o incompiuti dove, a partire dalla fine degli anni Novanta, una nuova generazione di artisti-outsider ha sviluppato forme originali di pittura urbana non autorizzata, il più delle volte nascosta, fondata su un immaginario intriso di rappresentazioni bizzarre e perturbanti, spesso animato da una sensibilità antiglobalista, ecocritica e antispecista. A partire dall’interazione estetica tra questo muralismo occulto, le sue rappresentazioni e i contesti urbani e rurali in cui esso si iscrive, e prestando un’attenzione particolare all’Italia più propriamente mediterranea, è possibile identificare i princìpi di una nuova esperienza delle rovine?

Vittorio Parisi (Bari, 1986) è direttore degli studi e della ricerca dell' École Nationale Supérieure d'Art et Villa Arson (Nizza). Dottore di ricerca in Estetica presso l'Université Panthéon-Sorbonne di Parigi, dove ha insegnato dal 2015 al 2019. I suoi studi indagano il rapporto tra il graffiti writing, la street art e i non-luoghi urbani. Nel 2013-14 è stato visiting scholar presso il dipartimento di filosofia della Columbia University a New York e curatorial intern alla Dia Art Foundation.

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